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L’ILVA di Taranto: opportunità di una grande riflessione

30 ottobre 2012

La vicenda ILVA è di enorme interesse per l’Italia e l’Europa. Con gli organi di stampa abbiamo assistito a rilevanti amplificazioni mediatiche spesso con differenti e distorte diffusioni di dati epidemiologici, spesso non contestualizzati. 
Con il caso ILVA di Taranto sono in gioco 2 diritti costituzionali che entrambi debbono essere tutelati: il lavoro e la salute. Può anche succedere che 2 costituzionalisti possano spingere per fare prevalere l’uno o l’altro aspetto. Noi riteniamo il bene comune come un punto di riferimento centrale. C’è il rischio dell’astrattezza se non si riesce ad arrivare fino al livello di condivisi indicatori, criteri di misurazioni, in quanto la misurabilità ha a che fare con la prevenzione.

PRIMO CONTRIBUTO: Pronunciamento del Presidente Soc. Italiana Medicina del Lavoro e Igiene industriale (SIMLII), agosto 2012 (scarica QUI il procunciamento in versione PDF). Negli ultimi anni si è affermata una spinta “mitica” rispetto al termine prevenzione, fino al punto di determinare un cambiamento antropologico. Ora è un termine quasi di tipo “religioso”, con una valenza iper culturale. Si tende a stabilire dei netti cut off: o è cosi o non è cosi! O così o niente!. Occorre invece relativizzare questo termine.

Occorre fare i conti con l’effettivo studio, la conoscenza dei dati e una capacità critica dei dati come nel caso di Roberto Volpi, di cui proponiamo il SECONDO CONTRIBUTO: “Taranto, dati impeccabili ma vecchi sui tumori (nel nord-est va peggio)”, articolo pubblicato su Il Foglio il 16 agosto 2012 (scaricalo QUI).
Lo studio Sentieri è stato condotto sulla popolazione nell’arco temporale 1995/2002. I dati di mortalità sono da confrontare: insediamento abitativo industriale versus rurale, sud versus nord e da correlare con l’evoluzione della tecnologia, degli impianti, dei cicli lavorativi, delle opere realizzate di abbattimento degli inquinanti (per esempio diossina, monossido di carbonio, ecc.). Malattia, morte, informazione e potere sono altri spunti contenuti nel contributo dello statistico. Dalla lettura del suo scritto emergono le seguenti domande: come si può gestire in modo diverso queste problematiche? Non con la politica del consenso e nemmeno solo con un approccio di tipo tecnico in quanto anche questo è parte di un’antropologia che può andare in diverse direzioni. E’ necessario contrastare il massimalismo.
Chi conosce i dati che usa li relativizzi confrontandosi con la realtà presente e con la categoria del possibile. Spesso invece il relativista è dogmatico in quanto fa dei suoi dati un assoluto su cui misurare la realtà e così salta la gestione del presente proiettandosi a “produrre” il futuro giusto.

A proposito di tecnica, antropologia, potere, servizio, condivisione il TERZO CONTRIBUTO che proponiamo è quello contenuto nell’intervista di Pietro Vernizzi al Vescovo di Taranto Mons. Filippo Santoro pubblicato su Il Sussidiario il 31 luglio 2012 (scaricalo QUI). “La Chiesa non si sente estranea al problema degli operai dell’Ilva di Taranto, ma lo condivide e ne porta la fatica insieme a chi lo vive in prima persona”. Viene ricordato che insieme alla conoscenza, allo studio, alle manipolazioni, agli obiettivi politici noti e non noti viene comunicato come è possibile stare e vivere in questa drammatica situazione. Lavoro, salute e ambiente: se tutelati o minacciati non è questione di poco conto.

Il QUARTO CONTRIBUTO, l’articolo di Paolo Russo su La Stampa il 24 ottobre 2012 (scaricalo QUI), mette in evidenza l’allarme posto dal Ministro del’ambiente, Corrado Clini, secondo cui le sostanze tossiche derivante dalle lavorazioni ILVA inquinano la catena alimentare e potrebbero avere causato l’aumento dei decessi nella popolazione. C’è anche un suo ultimatum: “Siamo stati categorici. L’emergenza va risolta in tre mesi, non in tre anni”.

E’ possibile inviare alla Redazione del sito info@lavoroeprevenzione.it e della Rivista Quaderni Flash redazione@quaderniflash.it altri contributi con note di commento.

24 ottobre 2012
A cura di Alfonso Fossà, Alvise Petazzi, Renzo Lavizzari


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