In questo tempo di ristrettezze economiche Michele Villa, Tecnico della Prevenzione nei luoghi di lavoro di una ASL Lombarda, descrive in breve quello che osserva nello svolgimento della propria attività che include la qualifica di ufficiale di Polizia Giudiziaria.
Come noto la valutazione delle situazioni di lavoro non corrispondenti alla normativa possono comportare sanzioni penali di rilievo.
Il mio lavoro di Tecnico della Prevenzione nei luoghi di lavoro svolto all’interno dell’ASL, quindi con la qualifica di ufficiale di Polizia Giudiziaria, ha risvolti in molti casi di carattere penale.
Il riscontro di reati in materia d’igiene e sicurezza del lavoro comporta la redazioni di prescrizioni e contemporaneamente di contravvenzioni, segnalate alla Procura della Repubblica competente territorialmente; atti mai graditi da chi li riceve … ci mancherebbe.
In questi periodi di ristrettezze economiche, che più o meno coinvolgono tutti, la valutazione delle situazioni che comportano sanzioni penali è massima. Un esempio: accedi in una piccola azienda nel quale non è in corso alcuna lavorazione, all’interno sono presenti solo il titolare ed un dipendente ed i restanti, 4 o 5, sono in cassa integrazione non è possibile osservare come realmente sono svolte le operazioni, puoi chiedere delle simulazioni .. ma il datore di lavoro è emozionato .. piange … ”Non ho più lavoro, prima o poi dovrò dire all’ultimo rimasto, padre di famiglia, che anche lui rimarrà a casa” ..
Qualche giorno dopo arrivi in un’altra realtà: “Gli affari vanno bene ! Siamo leader in Europa .. siamo stati bravi e fortunati .. abbiamo investito .. puntato su quel business .. rischiato” . Benissimo! Inizia l’ispezione ed osservi: luci d’emergenza, necessari per l’attività svolta ed il rischio presente, non ci sono! …pericoli di caduta dall’alto: ci sono ! .. e qui mi fermo.
La tutela della salute è ancora una “cenerentola”, non è solo questione di soldi (anche quelli!), ma (porca miseria) 10 o 20 lampade “Beghelli”, che per anni ci hanno martellato in televisione non poteva metterle, quell’industriale?
Il vero problema è anche qui, come nella vita intera, l’educazione! Perché se è vero che manca la “cultura” della prevenzione, in ultima analisi quello che abbiamo perso o poco ricevuto ed assorbito è l’educazione al senso civico, al rispetto reciproco: al rispetto della vita umana.
La nostra umanità, come ha mostrato l’industriale in difficoltà, emerge nelle situazioni critiche ma è nell’ordinario che “la perdiamo di vista”, contano altre cose: affari, business .. e perdiamo di vista non solo il “bene comune” ma addirittura il nostro bene: la nostra salute e una risorsa primaria per un’azienda: la salute dei lavoratori.
6 febbraio 2013
Michele Villa, Tecnico della Prevenzione (TdP)
Leggi QUI l’intervento completo in versione PDF.
CATEGORY: lavoro , sicurezza sul lavoro
TAGS: crisi economica , prevenzione , sicurezzasullavoro
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